martedì 31 marzo 2015

Un video poetico e in timelapse per le Langhe e Roero

Ci sono video che raccontano un territorio e che lasciano senza parole, per la bellezza che raccontano e per la poesia con cui lo fanno. Questo video, realizzato in timelapse per promuovere le Langhe e il Roero rientra in questa categoria.

Confessatelo: dopo averlo visto non vi viene voglia di preparare la valigia e perdervi da quelle parti?



Langhe e Roero Timelapse from Edo - Timelapse.it on Vimeo.


venerdì 27 marzo 2015

Rivalità scandinave: 10 ragioni per cui Stoccolma batte Copenaghen

Copenaghen attacca e Stoccolma risponde. Sull'edizione svedese di The local, la risposta alla capitale danese, che vanta 10 ragioni per cui è città migliore di Stoccolma, ci aiuta a scoprire come gli svedesi si vedono e si raccontano, nell'eterna rivalità con i danesi.

A Stoccolma c'è una miglior rete della metropolitana: non solo 110 stazioni, contro le 22 di Copenaghen, ma anche la più grande galleria d'arte sotterranea del mondo! Ogni stazione è infatti decorata con pitture, sculture o mosaici, insomma, è imperdibile. Così se Copenaghen è la città delle biciclette, anche in pieno inverno, Stoccolma è la capitale dello sci di fondo, praticato sia per andare al lavoro che per prendere scorciatoie sui laghi ghiacciati (e sì, commento perfido dell'articolo, "gli svedesi possono davvero camminare o sciare sui laghi ghiacciati!"); in città c'è anche Hammarbybacken, su cui praticare lo sci alpino: niente di amatoriale, è stato selezionato per le gare della Coppa del Mondo di Sci 2016.


Stoccolma vanta anche uno degli arcipelaghi più estesi e più belli d'Europa, "con circa 30mila isole che si stendono per 80 km, lungo la costa della Svezia orientale". Isole che gli stoccolmesi usano per prendersi un beak dai ritmi cittadini: kayak, nuoto, vela, barbecue all'aperto sono le attività preferite per l'estate. E possono essere raggiunte facilmente anche con la Stockholm Transport Card. La capitale svedese batte Copenaghen anche per la musica: gli ABBA, "una delle band più importanti della storia" arriva da qui e c'è un Museo che lo ricorda; ma non ci sono solo gli ABBA: il produttore Max Martin, che ha lavorato con Katy Perry, The Backstreet Boys e Britney Spears, i DJ Avicii ed Eric Prydz sono di Stoccoma. Qualcuno ricorda il nome di qualche musicista danese? Chiede The Local svedese.

Altre ragioni per cui Stoccolma è meglio di Copenaghen? Secondo The Economist è la città più sicura d'Europa, mentre Copenaghen non appare tra le prime venti; è un punto di riferimento della moda, basti pensare a H&M, Acne, Marc O'Polo; ha molte cose da dire anche nel design, basta visitare "i numerosi stores chic di Götgaten, nella zona di Södermalm". E' vero, Copenaghen ha una solida reputazione mondiale in cucina e ha ottenuto molte stelle Michelin, ma "Stoccolma non rimane indietro", i suoi ristoranti sono meno cari, offrono una grande varietà e la scena dello street food si sta facendo sempre più interessante, "in parte grazie ai diversi popoli arrivati". Stoccolma è anche molto importante per le start-up: Spotify e Mojang non sono nate a caso nella capitale svedese, la città che più ha investito in Europa sulle compagnie online, secondo uno studio della società Atomico. E, ancora, Stoccolma è stata la prima capitale verde d'Europa, nel 2010, e in un recente studio sull'inquinamento di 25 città europee, solo la capitale svedese ha rispettato le linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Salute: un terzo della città è costituito da parchi e spazi verdi e si dice che l'acqua delle isole sia così pulita da poter essere bevuta.


E per finire si può andare anche su dati più fatui, ma che rallegrano la vista. Non c'è sondaggio scandinavo, anche tra gli stessi scandinavi, in cui gli svedesi non risultino i più belli. In un sondaggio del 2012 gli uomini svedesi sono risultati essere i più belli del mondo, mentre, in un analogo sondaggio svolto lo scorso anno tra 5000 singles scandinavi, gli svedesi hanno sonoramente battuto i danesi, arrivati ultimi. Finita qui? Chiaramente no, Copenaghen e Stoccolma continueranno ancora a sfidarsi: entrambe si considerano la vera capitale della Scandinavia!

Le foto da thelocal.se, al link già indicato.


martedì 24 marzo 2015

5 città fascinose sotto la pioggia

Una giornata uggiosa e il pensiero corre a Firenze. Perché l'ultima volta che sono stata lì sono state più le volte con l'ombrello aperto che quelle con il sole ed è stato bello lo stesso. E così ho pensato ai posti che ho visto e che sono particolarmente belli sotto la pioggia. Eccoli


Firenze
Quando piove i colori toscani di Firenze sono più lucidi, più vivi, la collina di Fiesole è ancora più bella. Sotto l'ombrello il Lungarno esalta i colori caldi, i gialli e i marroni, che si riflettono nel fiume. Bello, poi, infilarsi in via de' Tornabuoni, con i suoi possenti ed eleganti palazzi medievali e i suoi scorci verso le vie laterali (magnifico quello verso il campanile di Giotto, già in piazza degli Antinori).


Siviglia
Siviglia è città del sole più caldo e della luce più abbacinante, ma è fascinosa come poche sotto la pioggia, che andrebbe vista sempre dai patios dei suoi palazzi patrizi. Vi propongo il patio più bello, dei Reales Alcázares, il Patio de Doncellas. Gli archi e le decorazioni mudéjar, il loro riflesso nelle fontane, la vegetazione rigogliosa, il profumo della pioggia, da godersi protetti nella galleria. Da provare!


Parigi
Di Parigi amo particolarmente il Lungosenna e l'Ile de France. Per me non esiste Parigi senza un saluto a Notre Dame, che è bellissima sotto la pioggia. Parigi è una città che esalta i colori freddi e grigi del Nord Europa e nella luce autunnale: risalire il Lungosenna, tra i librai all'aperto, mentre piano piano appare Notre Dame e il rumore della pioggia sottile... è tutto così parigino!


Trieste
Il Molo Audace è capace di dare una profonda serenità e una grande pace, quando il sole illumina i colori e davanti c'è il Castello Miramare, e di regalare una profonda inquietudine ed eccitazione quando il cielo è grigio e le onde si schiantano sul molo e il vento fila freddo e dietro c'è la piazza più bella d'Italia, piazza Unità d'Italia, con tutto quello che quel nome implica in quella città. La foto è di souvenirdiviaggi.blogspot.com


Torino
Non poteva mancare Torino, la mia città. Quando piove noi torinesi ci rifugiamo sotto i portici, che seguono per km il centro cittadino e che ci permettono di godere del suono della pioggia e dei colori più lucidi, senza usare l'ombrello. I posti migliori? Via Roma, che si apre verso piazza San Carlo e le sue chiese, via Po, che si apre poi su piazza Vittorio Veneto e la chiesa della Gran Madre. Una scenografia da non perdere!


domenica 22 marzo 2015

Le eccezionali foto di un drone a Maiorca, il miglior posto in cui vivere

Il Sunday Times non ha dubbi: la migliore città in cui vivere è Palma di Maiorca, in Spagna (e pazienza se si trova su un'isola, per cui ogni volta che si vuole fare un viaggio bisogna adattarsi agli orari di aerei e navi). Il capoluogo baleare ha battuto città come Toronto (Canada), Auckland (Nuova Zelanda), Hoi An (Vietnam) e persino Berlino (Germania). Perché? Merito della sua gastronomia, del suo clima, delle sue infrastrutture e delle sue spiagge, spiega The Sunday Times, che aggiunge: "Il capoluogo delle Baleari conta su una pittoresca parte antica, su spiagge a cui si arriva a piedi e su un clima eccezionale". E, non di meno, è "la porta d'ingresso all'encantadora isola di Maiorca"

 

Qualche giorno prima di questo successo britannico, ocholeguas.com, supplemento di viaggi di elmundo.es, ha pubblicato una bella galleria di immagini di Maiorca vista da un drone, da cui sono tratte queste foto. Quando si dice, i casi della vita.

sabato 21 marzo 2015

Arriva Ink your travel, magliette per viaggiatori by due travel-blogger!

Un incontro tra blogger, un paio di anni fa, in un agriturismo, e un'idea, fare qualcosa di bello insieme. Irene di Via che si va e Silvia de I diari della lambretta sono entrambe appassionate di viaggi; la passione di Irene sono le vecchie macchine fotografiche, i fumetti, i libri di viaggio e il Nepal, quella di Silvia sono le lambrette, i libri illustrati, la montagna e Venezia. Così diverse e così determinate, mettono in comune l'amore per i viaggi e per i disegni e, tra fatiche e risate, danno vita a Ink Your Travel, una mini-collezione di magliette per viaggiatori.

Sì, le travel blogger possono essere anche magnifiche stiliste. Perché ieri, quando ho visto sulle reti sociali le magliette di Silvia e Irene, mi sono subito innamorata, sia dei disegni stilizzati che dell'idea di una minicollezione nata da un incontro di travel-blogger. Le magliette sono quattro, con disegni fatti a mano e serigrafati in nero su T-shirt bianche; le descrivono Silvia e Irene nel sito della collezione, inkyourtravel.bigcartel.com:

Pack, wear, Go e Scrapbook

Pack, Wear, Go è stata pensata per chi "almeno una volta alla settimana si ritrova a cercare voli low cost su internet. È il viaggiatore organizzato, consapevole, indipendente. Quello che il viaggio se lo costruisce un pezzettino alla volta, studiando guide, libri, blog. Quello che in autonomia sceglie l'itinerario e le tappe della propria avventura. Che prende autobus, treni, aerei per raggiungere quel posticino sconosciuto che ha scovato in un angolino della guida. Il viaggiatore per cui il viaggio è uno stile di vita e tutto il resto gira intorno alla prossima partenza".

Scrapboook è "per gli scrittori di diari, lettere, blogger, collezionisti di biglietti della metro da tutto il mondo, amanti del profumo della carta. Per chi ha una storia da raccontare, un viaggio da non dimenticare. Che nello zaino non può mancare mai il taccuino per annotare incontri, luoghi bellissimi e scene da non dimenticare. Ma anche prezzi dei musei, come spostarsi da un luogo all’altro, il nome di quel ristorantino buonissimo. Per chi è viaggiatore, ma anche storyteller, menestrello, scrittore di viaggio. Siete dei viaggiatori, ma anche degli storyteller, dei menestrelli, degli scrittori di viaggio".

Wanderlust e Just go

Wanderlust è stata pensata per chi "ha un mappamondo, una cartina, una mappa in casa. La parola Wanderlust indica il desiderio irrefrenabile e impulsivo di viaggiare, di partire, di andare ad esplorare il mondo. Tutto il mondo: dal paesino medioevale dietro casa alle Piramidi, dalle nostre montagne alle risaie del Vietnam, dalle spiagge sabbiose del Mediterraneo alle isole Caraibiche dove è sempre estate."

Just go, infine, è la maglia che sarebbe piaciuta a Jack Kerouac, perché è "l'anima del viaggio, di quel viaggio dove non è importante la meta, ma la strada. La strada fatta di incontri, di risate, di imprevisti, di tempi dilatati, di lunghe riflessioni guardando il paesaggio scorrere, di cambiamenti di programma, di chilometri guadagnati. La strada fatta insieme. Delle nostre magliette questa è la prima che abbiamo pensato, quella che racchiude la nostra più profonda idea del viaggiare".

Irene e Silvia hanno scelto anche una canzone per ogni maglietta (non sono dei geni, queste due ragazze?!): On the road again di Willie Nelson per Pack, Wear, Go, Il sogno del menestrello de I Ratti della Sabina per Scrapbook, Hard Sun di Eddie Vedder per Wanderlust, La Strada di MCR per Just go. L'acquisto online, nello shop di Ink Your Travel; ogni maglietta costa 22 euro e può essere un'originale compagna di viaggio!

venerdì 20 marzo 2015

Rivalità scandinave: perché Copenaghen è meglio di Stoccolma

La rivalità tra Stoccolma e Copenaghen colpisce ancora! Lasciate le armi del passato, le due capitali scandinave adesso si sfidano a colpi di primati, per dimostrare di essere l'una meglio dell'altra. Stavolta il battibecco è sulla rivista The local e serve a noi per conoscere un po' meglio le due città, le loro idiosincrasie e le loro attrazioni turistiche! Ad aprire il fuoco è stata l'edizione danese di The local, che ha pubblicato le 10 ragioni per cui Copenaghen è superiore a Stoccolma.


Città trendy e amatssima, Copenaghen è anche città hipster, con due quartieri per questo molto apprezzati, Vesterbro e Nørrebro; per il sito web statunitense Thrillist Vesterbro è il quarto posto più hipster del mondo (due posti più su dello svedese Södermalm) e per Skyscanner Nørrebro è al nono posto, su venti, di un'analoga lista. A Copenaghen c'è Christiania, "la più controversa comunità di ex hippies", "Stoccolma, hai qualcosa di simile? Pensiamo di no!" scrivono su The local. E poi a Copenaghen si va di pùi in bicicletta, non per niente la città ha una delle più solide reputazioni mondiali di città "assolutamente pazza per le bicclette", pensate che a Copenaghen ci sono cinque volte più biciclette che auto e tre quarti degli abitanti usano la bici sia quale sia il tempo. La Svezia ha fama di essere molto aperta, ma la città che è stata appena scelta come la destinazione più gay-friendly del mondo da Lonely Planet "fa rima con Hopenaghen".

E ancora, la Danimarca è il miglior Paese per il business, secondo Forbes magazine; secondo la Banca Mondiale è il quarto Paese del mondo e il migliore d'Europa per fare affari: Copenaghen è anche il 20% più economica di Stoccolma per il business. La televisione danese è diventata un fenomeno mondiale, grazie a The Killing, Borgen e The Bridge (viste tutte e tre e tutte e tre bellissime!), le serie girate in parte a Copenaghen (The Bridge, riconosce The Local, è stato girato anche a Malmö).


Copenaghen è anche una delle città più attive sul fronte della musica: il Roskilde Festival è uno dei più importanti d'Europa, anche se "non è tecnicamente a Copenaghen"; "ma non è solo la stagione dei Festival danesi ad attrarre i visitatori, ogni fan della musica di Copenaghen più dirvi che gli svedesi amano attraversare la frontiera per i concerti".

Non poteva mancare il riferimento allo strepitoso successo della cucina danese: non solo il miglior ristorante del mondo, il Noma, ma anche le 18 stelle Michelin conquistate dai locali di Copenaghen, contro le 12 di Stoccolma. "Abbiamo saldamente nelle mani il titolo di culinary hub della Scandinavia". Copenaghen ha anche l'aeroporto più importante della Scandinavia, con oltre 25,6 milioni di passeggeri, tra cui ci sono "siamo sicuri, un notevole numero di invidiosi stoccolmesi". Infine, Copenaghen è la capitale più economica della Scandinavia, "considerando che 'economico' è un termine relativo in Scandinavia". Anche se è l'ottava città più cara del mondo, la capitale danese è in molte cose più economica di Stoccolma: "un appartamento da 80 mq a Copenaghen costa 2,5 milioni di corone, a Stoccolma 4,4 milioni". "E chi pagherebbe quasi due milioni di corone in più per vivere in una città così chiaramente di secondo livello?" conclude perfidamente l'edizione danese di The local.

La piccata risposta di Stoccolma non si è fatta attendere e la troverete in un nuovo post (anche lei si merita un post ad hoc!). Se capite l'inglese, divertitevi anche con i commenti che accompagnano l'articolo, al link già indicato nelle prime righe, e che cercano di dimostrare come una capitale sia superiore all'altra per architettura, cultura, offerta turistica...

Le fotografie appartengono a thelocal.dk.


mercoledì 18 marzo 2015

Lo spettacolo dell'aurora boreale nella Lapponia finlandese, in un video

L'aurora boreale è uno dei fenomeni più spettacolari che il cielo possa regalare al nostro pianeta. E' dovuto all'incontro tra le particelle di origine solare cariche di energia con la ionosfera: l'incontro produce l'eccitazione degli atomi dell'atmosfera, che, perdendo l'eccitazione, rilasciano luce in varie lunghezze d'onda. Il risultato è che nel cielo appaiono fasce di luci e di colori che mutano rapidamente, sorprendendo sempre l'osservatore per la spettacolarità dei verdi, azzurri, rossi, i colori emessi dagli atomi.

Le autore boreali sono diventate una vera e propria attrazione turistica del Nord Europa, da San Pietroburgo fino alla Scandinavia o alle isole dell'Atlantico Settentrionale. Nella Rete girano numerosi video che raccontano la spettacolarità del fenomeno. Questo è stato girato nel 2011 nella Lapponia finlandese, e testimonia perché, almeno una volta nella vita, si dovrebbe vedere un'aurora boreale.

Da youtube




martedì 17 marzo 2015

Visitare Siviglia per la Settimana Santa?

Me lo chiedono spesso: ma la Settimana Santa è il periodo migliore per visitare Siviglia? Dipende. Se si visita Siviglia per la prima volta e, dunque, ci si vuole muovere in città, saltando da un Museo a una chiesa, allora la Settimana Santa non è il miglior momento. Se si è già stati a Siviglia o si vogliono vivere le emozioni delle processioni e si è disposti a sacrificare mobilità e tempo, allora sì, vale la pena arrivare in città per la Semana Santa.

Qui di seguito vi dò le ragioni per il no e per il sì, in modo che possiate valutare le vostre esigenze, fermo restando che la primavera e l'autunno sono le stagioni più belle per visitare Siviglia!


No

- La città è bloccata dalle processioni. Non è solo una paralisi psicologica, per cui si rimanda tutto a 'dopo' la Settimana Santa. A qualunque ora del giorno e della notte, c'è una Hermandad in processione, per cui bisogna essere disponibili a rimanere bloccati per buone mezze ore, in attesa dell suo transito. E non solo, Per buona parte della giornata, l'attraversamento del centro, dai quartieri orientali a quelli occidentali è praticamente impossibile lungo calle Sierpes e l'Avenida de la Constitución, le due vie che costituiscono la Carrera Oficial, il percorso che tutte le processioni devono compiere per raggiungere la Cattedrale.

- I prezzi aumentano vertiginosamente. E non è un modo di dire. Si potrebbe proprio dire che si sente l'avvicinarsi della Semana Santa all'aumentare dei prezzi. Esempio magari stupido. Una volta, prima della Domenica delle Palme, il mio dolcetto preferito al Bar della Campana, in pieno centro, è aumentato da 1,20 euro a 1,60 euro. Sono 40 centesimi, ma considerate percentuali d'aumento simili in tutte le cose della vita turistica (ristoranti, bar, locali vari) e vedete come sia poco conveniente visitare Siviglia durante la Settimana Santa, se non si è interessati alle processioni.


- C'è gente ovunque. I turisti iniziano ad affollare Siviglia sin dalla Domenica delle Palme, con automobili parcheggiate ovunque. Ovviamente i visitatori approfittano della Semana Santa anche per fare, giustamente, turismo, il che significa che il Barrio de Santa Cruz, i Musei più frequentati, i locali più mediatici si fanno invivibili e impediscono di apprezzare una città magnifica, soprattutto in primavera.

- La Settimana Santa non è l'essenza di Siviglia, è un'esibizione barocca e mediterranea, spesso a uso turistico, del sentimentalismo andaluso e latino. L'essenza di Siviglia, a mio parere, non è nell'esibizione delle sue emozioni, ma, al contrario, nei momenti in cui la città è più inafferrabile e silenziosa e non si sforza di essere come gli spagnoli (e i turisti) si aspettano che sia. Personalmente vedo molta più Siviglia nella Feria de Abril che nella Settimana Santa, ma sono sensazioni personali, idee che si hanno sulla città.




- Siviglia ha davvero un colore speciale durante la Settimana Santa. Non è solo il profumo dell'incenso, dei fiori e delle candele, è nell'aria elettrica, nelle persone eccitate, nel misto di orgoglio, pazienza e rassegnazione, tutte virtù meridionali e mediterranee, nell'affrontare una città paralizzata per sua stessa gloria. I sivigliani sono diversi in quei giorni, si emozionano più facilmente e sono più disponibili e alla mano, probabilmente perché il pensiero di tutti, in quei giorni, è Siviglia, per quanto è bella e speciale, per quanto la si ammira, e date a un sivigliano una ragione per parlare della propria città ed è nella gloria.

- Entrate nelle chiese aperte (e nei giorni della Semana Santa sono tutte sempre aperte): siano la Macarena, la Magdalena, la Capilla de la O, il Jesús del Gran Poder o qualunque altra, dentro ci sarà un paso pronto per la processione. E' vero, ci saranno troppi smartphone, ma ci saranno anche un silenzio e, allo stesso tempo, un fervore, che rimarranno nel cuore.

- Assistete all'uscita di una processione dalla chiesa, per ascoltare una saeta, un canto flamenco che viene dedicato alla Madonna con una passione così sensuale che sembra strano si dedichi a una donna angelicata, ma non vi sorprenderà nel contesto.


- Partecipate alla Madrugá, la notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo, in cui escono in processione le hermandades più popolari della città. E' davvero difficile se non si è dormito perché si va avanti fino all'alba e di più (calcolate che la Esperanza de la Macarena esce a mezzanotte e quella di Triana circa un'ora dopo: le loro processioni sono, dunque, essenzialmente notturne); ma potete sempre assistere al loro ritorno in chiesa, nella Basilica della Macarena o nella Capilla de los Marineros, momenti altrettanto emozionanti, che per il turismo indicano anche, in fondo, la fine della Semana Santa (le processioni del Sabato e della Domenica non riescono ad essere così affascinanti come quelle dei giorni della Passione).

- Passate il Giovedì Santo a Siviglia: non ho mai capito perché il Giovedì, e non il Venerdì Santo, è il giorno del lutto. E il Giovedì Santo si vedono a passeggio per Siviglia le donne vestite a lutto, con la peineta e la mantilla, come nei decenni scorsi: non solo le signore mature, ma anche le più giovani, a tramandare una tradizione diventata essenzialmente andalusa. Esibizione anche questa, del dolore, in questo caso? Non lo so, ma colpisce, soprattutto se si arriva da culture che lasciano la religione e le processioni in ambiti meno mediatici.

Le fotografie sono state scattate dalle Hermandades sivigliane e pubblicate da elcorreoweb.com, nello speciale per la Settimana Santa 2014.

lunedì 16 marzo 2015

L'Irlanda selvaggia di Atlantic light, uno splendido video by Peter Cox

Uno splendido video intitolato Atlantic light e pubblicato su Vimeo è la prima prova di Atlantic Light: The West Coast of Ireland in Photographs, il nuovo libro del fotografo di paesaggi Peter Cox, realizzato grazie a una campagna di crowdfunding (se volete partecipare, la raccolta continua per ancora 22 giorni su www.kickstarter.com). E' il secondo libro dedicato da Cox, alle fascinose e tempestose coste dell'Irlanda occidentale; il primo, The Irish Light è stato pubblicato nel 2012.

A quest'ultimo sta lavorando da mesi, dedicandosi soprattutto alle fotografie aeree, che esaltano le scogliere, i paesaggi incontaminati, i colori freddi, il fascino incontrastato dell'Oceano contro le rocce. Un paesaggio che incanta da decenni i turisti in cerca dell'Irlanda più selvaggia e sfuggente, da cui tanti irlandesi sono dovuti fuggire a causa delle carestie e di cui la Repubblica difende con gelosia il paesaggio.

Guardate questo video, che già da solo spiega perché un viaggio in Irlanda vale sempre la pena.



sabato 14 marzo 2015

A Dortmund, in attesa del Borussia

Cosa vedere a Dortmund, in attesa della partita della vostra squadra del cuore con il Borussia Dortmund? La città, la più importante della Ruhr dopo Colonia, ha un significativo passato nell'industria siderurgica, ancora visibile nell'archeologia industriale della sua dispersa periferia e nella presenza di folte comunità straniere, dai turchi agli italiani, dagli spagnoli ai greci. A questo si aggiungano le devastazioni della Seconda Guerra Mondiale e si capisce perché Dortmund non sia una di quelle città che rimangano in testa o facciano venire voglia di tornare, però può offrire interessanti attività per soggiorni brevi.


La prima cosa che colpisce è l'identificazione della città con il Borussia Dortmund. Bandiere sui balconi, giacconi, sciarpe e cappellini portati con disinvoltura dai passanti di tutte le età, decorazioni lungo le strade, negozi tematici nei numerosi centri commerciali. Dortmund è il suo Borussia e, del resto, potete vederlo anche nelle reti sociali, dove la città si promuove ricordando soprattutto la sua squadra di calcio e parlando di fieber per il Borussia, febbre per il Borussia.


La città storica è racchiusa all'interno di un grande viale ovaloide, che, sul modello del Ring viennese, è stato costruito sulle mura abbattute; sul lato settentrionale di questa grande arteria, in Konigswall, si affaccia l'Hauptbahnhof, la Stazione Centrale di Dortmund, davanti alla quale, sull'altro lato della strada, c'è l'Ufficio del Turismo, in cui non si parla italiano e si forniscono cartina e materiale in tedesco e in inglese. Le vie che sorgono all'interno del Ring di Dortmund sono abbastanza ortogonali, per cui è difficile perdersi. E poi guidano anche le alte torri della Petrikirche e della Reinoldkirche, entrambe chiese protestanti, entrambe di aspetto solido e pesante all'esterno, grazie all'uso della pietra, appena slanciato dalle alte vetrate e dal movimento che le accompagna; per ammirare le guglie altissime della Petrikirche e della Reinoldkirche bisogna proprio stare con il naso all'insù (sembra che per secoli le due chiese siano state rivali circa l'altezza delle loro torri).

La Petrikirche si trova tra la Westenhellweg e la Kampstrasse, le due grandi vie parallele e commerciali del centro di Dortmund. Qui trovate i grandi marchi internazionali, siano dell'abbigliamento, della ristorazione, del benessere o della casa. Sulla Westenhellweg si affacciano anche i principali centri commerciali del centro storico, il più importante è la Thier Galerie, in cui trovate davvero di tutto: nelle giornate gelide del lungo inverno tedesco è ovviamente frequentatissimo. Sia la Westenhellweg che la Kampstrasse terminano davanti alla Reinoldkirche, intorno alla quale sorgono alcuni degli edifici più antichi della città. Non solo. Tutt'intorno ci sono i tavolini all'aperto delle gelaterie, dei bar e dei ristoranti, al primo cenno di primavera. Adiacente alla piazza della chiesa c'è l'Alter Markt, un'ampia piazza che nel periodo di Natale ospita il mercatino di Natale, uno dei più grandi della Ruhr; durante l'anno, invece, vi si trova un mercato di frutta e verdura, con bancarelle di delizioso street food, siano fritture di calamari o panini con le salsicce locali.


Dove mangiare a Dortmund? È la domanda conseguente. In centro c'è solo l'imbarazzo della scelta, ogni strada offre ristoranti di cucina locale o etnica, comprese le inevitabili pizzerie italiane. Essendo una aficionada di Nordsee, una catena di ristorazione diffusa in buona parte della Germania, opto per le sue insalate, i suoi panini con tranci di pesce, i suoi box di kartoffeln (patate). Ma consiglio anche di provare lo street food, le salsicce al curry, gli hot dog, le onnipresenti patate, che potete trovare nei ristori all'aperto, accanto alla Petrikirche (cercate di andare prima delle 13, altrimenti le ordinatissime e lunghissime code teutoniche potrebbero mettere alla prova la vostra pazienza!), nell'Alter Markt (qui Meinfeld offre anche piatti e panini a base di frutti di mare) e nella Thier Galerie. Lo street food tedesco non delude quasi mai e costa poco (l'hot dog oscilla intorno ai 2 euro, i panini non superano i 4 euro, le insalate i 5-6 euro).


Se non amate particolarmente lo shopping, le vie affollate o i Musei, ci sono due posti che meritano una visita, a poca distanza dal Westfalenstadion, nella periferia meridionale della città.  Il Westfalen Park e il Phoenix Seee sono facilmente raggiungibili con l'efficiente rete della metropolitana. Sono i due luoghi di Dortmund che ho amato di più, probabilmente perché, complici anche le giornate primaverili, avevano una luce speciale, erano frequentatissimi da famiglie tedesche pronte all'estate e mettevano allegria con i loro colori caldi, della natura che si sta risvegliando e invita allo sport, al relax, ai ritmi lenti e senza fretta. Il Westfalen Park è una delle più belle aree verdi della città ed è dominato dalla Florantum Turm, un'altissima torre della televisione, con una terrazza belvedere a circa 140 metri d'altezza (l'ascensore porta fino a lassù in pochissimi secondi, guidato da personale gentilissimo e sorridente, soprattutto con i bambini); di lì si può ammirare il panorama su Dortmund, che risulta essere una città molto verde, con qualche grattacielo che spunta qua e là, sul Westfalenstadion, a poca distanza, e, nelle giornate più limpide, fino alle colline che aprono la strada verso la vallata del Reno, Düsseldorf e Colonia. Per entrare nel parco si pagano 3,50 euro, che diventano 5 se si vuole salire sulla torre. Ma sono 5 euro ben spesi: il parco offre numerosi percorsi e piacevoli passeggiate tra roseti, laghetti, aiuole, distese di prati e di fiori, siepi potate come sculture, un piccolo giardino botanico con pannelli esplicativi solo in tedesco (è un po' la mania di tutta la città, le informazioni sono quasi sempre solo in tedesco, difficilmente si trova almeno l'inglese); ci sono anche piccoli ristoranti (anche la solita pizzeria italiana), posti in luoghi strategici e scenografici e debitamente segnalati.


A circa un quarto d'ora a piedi dal Westfalen Park c'è il Phoenix See, un lago che sorge al posto delle grandi acciaierie e che sta diventando un luogo d'attrazione cittadina: nelle sue acque si possono praticare numerosi sport (ma è vietato bagnarsi!), sulle sue rive si può passeggiare e osservare i canneti, le isole e la fauna che li anima, a cominciare dalle vivacissime anatre. Intorno al lago stanno sorgendo numerose villette, quasi sempre unifamiliari, frutto delle intelligenti operazioni immobiliari, volte a rivalutare uno spazio un tempo industriale. Lo skyline del lago è caratterizzato dall'alta guglia della chiesa di Santa Clara, a Hörde, cittadina un tempo autonoma e adesso assorbita da Dortmund. Il suo centro storico, a pochi minuti a piedi dal lago, è fatto di vie deliziosamente restaurate; tra tutte spicca l'Hermannstrasse, pedonale, con numerosi negozi per lo shopping. Sia sull'Hermannstrasse che sul lato occidentale del Phoenix See ci sono numerosi locali in cui fermarsi a mangiare; le Bäckerei offrono insalate, panini, le deliziose torte di formaggio tedesche, i berliner e varie invenzioni della pasticceria tedesca, tutte da provare. Il Westfalenstadion si raggiunge in pochi minuti, grazie alla fermata della metropolitana, Hörde, al termine della Hermannstrasse. Buona partita!

giovedì 5 marzo 2015

8 marzo, Giornata delle Ferrovie Dimenticate: gli eventi in tutt'Italia

Oltre alla Festa della Donna, l'8 marzo si celebra anche la Giornata Nazionale delle Ferrovie Dimenticate, ideata e organizzata dalla Confederazione Mobilità Dolce (Co.Mo.Do), che riunisce alcune delle più importanti associazioni ambientaliste, cicloturistiche, di trekking e turismo ferroviario italiane. Per quest'ottava edizione, sono stati organizzati circa 90 eventi in tutt'Italia, con corse, passeggiate, a piedi o in bicicletta, per riscoprire i 6400 chilometri ferroviari abbandonati, per promuovere la loro conversione in percorsi ciclopedonali o per rimettere in funzione i tratti che non sono più funzionanti, ma sono ancora esistenti.


Il calendario completo degli eventi è, diviso Regione per Regione, sul sito www.ferroviedimenticate.it. Si possono citare, per il Nord il Treno a Bassa Velocità dei Maratuonati, che in Piemonte, percorrerà di corsa e in bicicletta il tratto della vecchia ferrovia tra Airasca (TO) e Moretta (TO), lungo circa 18 km; nel Veneto, la Cremagliera Piovene-Asiago sarà protagonista di un'escursione storico-naturalistica a piedi, si seguiranno i 12 km della ferrovia "con pendenze al 12% compiendo tornanti e passando vecchie gallerie curvilinee fino ad arrivare a Campiello attraverso la Val Canaglia". Per il Centro-Sud sono numerose le iniziative: dal trenino storico Sulmona-Carpinone, che permette di scoprire un angolo sconosciuto e incontaminato tra Abruzzo e Molise, al Treno-trekking-ferroviario Sicignano-Lagonegro, nei paesaggi selvaggi del nostro Sud; in Sicilia si punta alla valorizzazione della Ferrovia di Montagna della provincia di Enna, tra le più ardite dei suoi tempi.

Quanto le nostre ferrovie abbandonate possano diventare risorsa turistica e ambientale lo dimostra la Terza Maratona d Turismo Ferroviario, che si è tenuta dal 2 al 4 marzo 2015 e che ha raggiunto Lecce da Rimini; un viaggio lungo la costa adriatica che ha permesso a un gruppo di giornalisti, fotografi e appassionati di viaggi le ferrovie secondarie di quelle regioni e, soprattutto, i paesaggi e i loro cambiamenti, mano a mano che dal Nord del nostro Paese si scende a Sud. Un viaggio a ritmo lento, per riscoprire luoghi e dettagli che altrimenti sfuggono.

L'Alhambra a 360° nella mappa interattiva

Se state preparando una visita all'Alhambra di Granada, non perdetevi questa mappa interattiva. Basta cliccare sopra i cerchi, che individuano saloni e giardini del monumento nazarí, e si entra in foto navigabili a 360°, che permettono di ammirare da vicino cortili, saloni, ricami di gesso e di pietra, prospettive e panorami di uno dei monumenti più belli e più preziosi d'Europa.

Il link è viewer.spainisculture.com



mercoledì 4 marzo 2015

Riapre il Caminito del Rey, il percorso più audace e fascinoso d'Andalusia

La sierra di Málaga, che dalla Costa del Sol porta nell'entroterra dell'Andalusia è fatta di gole e paesaggi selvaggi. La gola più famosa di tutte è il Tajo de Ronda, formata dal fiume Guadalevín, che divide in due la cittadina di Ronda e che è attraversata dallo splendido e audace Puente Nuevo, una delle attrazioni turistiche più note dell'Andalusia. Ma nelle prossime settimane rientrerà nel circuito degli itinerari turistici il Caminito del Rey, una sorta di passeggiata tra le più audaci che si possano immaginare. Il Caminito fu costruito all'inizio del Novecento attraverso il Desfiladero de los Gaitanes, per portare gli operai alle cascate del Gaitanejo e del Chorro, sulle quali si stavano costruendo una centrale idroelettrica. Il percorso fu inaugurato da re Alfonso XIII e per questo oggi è ancora chiamato El Caminito del Rey.


Il Caminito è lungo 7,7 chilometri e si muove sia su sentieri che su passerelle. Sono queste ultime a offrire i paesaggi più selvaggi e i passaggi più audaci e pericolosi: sono larghe circa un metro e sporgono, a circa 100 metri di altezza, su pareti verticali, che danno direttamente sulla gola. Negli anni in cui il Caminito è stato abbandonato e le passerelle sono state meta di escursionisti audaci, ci sono stati incidenti che hanno causato quattro morti. Per questo le autorità andaluse hanno chiuso il percorso per anni e poi, compreso che avrebbe potuto essere una straordinaria attrazione turistica, lo hanno ristrutturato e messo in sicurezza. Sarà riaperto dalla fine del mese di marzo, vi si potrà accedere solo su prenotazione (i biglietti vanno prenotati su reservas.caminitodelrey.info) e si sarà obbligati a rispettare le rigide norme di sicurezza previste dalle autorità.

Tra le indicazioni da tenere in mente, prima di percorrere il Caminito del Rey, ce ne sono alcune pratiche: il percorso non è circolare, ma lineare, per cui bisogna prevedere il ritorno al punto di partenza, a meno che non si abbia qualche mezzo di trasporto anche all'arrivo. L'intero percorso, tra passerelle, piste e sentieri, dura circa 4-5 ore. Al momento della prenotazione sul sito, al link già indicato, si potranno scegliere giorno e ora della visita e verrà fornito un codice, da utilizzare poi all'ingresso del Caminito per poter entrare. Bisogna scegliere se entrare da Ardales o da Álora, i due unici Comuni d'ingresso. All'ingresso del Caminito bisogna essere dotati, oltre che della prenotazione, anche di un documento d'identità (il biglietto d'ingresso porta i dati personali, che devono essere confermati dal documento d'identità, sia il passaporto o la carta d'identità vera e propria); i documenti vanno tenuti a portata di mano perché possono essere richiesti per un controllo dal personale lungo il percorso. E' anche necessario indossare le dotazioni di sicurezza consegnate all'ingresso e bisogna ricordare di mantenere sempre la destra, soprattutto sulle passerelle, facendo massima attenzione nel caso di eventuali incroci con altre persone, in modo che chi si trova sul lato della gola non corra alcun pericolo.

Raccontato così, fornendo informazioni sulle necessarie misure di sicurezza, sembra che il Caminito sia un percorso pericoloso. In realtà è dotato di tutte le misure di sicurezza necessarie, ha solo bisogno di turisti sensati, che vogliono godere di paesaggi straordinari e di un percorso affascinante e unico in Spagna. Pensate che, avvertendo debitamente le autorità, lungo il percorso è anche possibile fare scalate lungo le pareti (non dalle passerelle, ma nella parte inferiore ad esse: è infatti proibito scavalcare le protezioni delle passerelle per scendere a fare le scalate così come è vietato usare le passerelle come punti di ancoraggio per le scalate).

Siete sufficientemente attirati dal Caminito del Rey? Io, sarò onesta, sono affascinata da quando ne ho sentito parlare per la prima volta, in Spagna; l'altezza senza protezione visibile (tipo muro di pietra o cemento di almeno 15 centimetri!) mi spaventa non poco, ma mi sono sempre fatta forza per salire su campanili, torri o quant'altro, per godere dei panorami che offrivano e con l'idea che "chissà quando tornerò qui, magari è l'unica occasione che avrò per vedere un simile panorama". Ecco, il Caminito mi fa lo stesso effetto: mi fa un po' paura l'audacia delle passerelle, ma non mi perdonerei mai di essere stata in zona e non averlo percorso per paura; cosa dev'essere camminare su passerelle fissate a oltre 100 metri d'altezza, avendo lo strapiombo del Desfiladero a un lato e la gola che sale verso le cascate davanti! E' impossibile resistere alla tentazione di vincere la paura e al rimpianto che avrei poi al non averlo percorso!

El Caminito del Rey ha un bel sito web, in spagnolo, inglese, francese, tedesco, che fornisce tutte le informazioni per preparare la visita; è molto utile la pagina Como llegar (Come arrivare), che fornisce le indicazioni, con cartina, per arrivare da Málaga, da Ronda e da Antequera.

La foto del Caminito, dal sito www.ekriti.gr.


domenica 1 marzo 2015

Schengen celebra i 30 anni dalla firma del Trattato: gli eventi e le offerte turistiche

Solo qualche giorno fa si scriveva delle 10 ragioni per cui visitare il Granducato del Lussemburgo e si inseriva, tra queste ragioni, la cittadina di Schengen, che dà il nome al Trattato sulla libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione Europea.

Il Trattato fu firmato il 14 giugno 1985 e coinvolge tutti i Paesi dell'Unione Europea (meno Regno Unito, Irlanda, Bulgaria, Cipro, Croazia, Romania), alcuni Paesi esterni all'Unione (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera) e alcuni piccoli Paesi che fanno riferimento a Paesi più grandi (Città del Vaticano, Principato di Monaco, Repubblica di San Marino), per un totale di 29 Paesi aderenti. La firma avvenne su un battello, il Princesse Marie-Astrid, sulla Mosella, a Schengen, una cittadina lussemburghese che ha davanti a sé, sulla riva opposta del fiume, la Germania e la Francia. Una cittadina, dunque, che rappresenta idealmente il cuore dell'Europa.


Per celebrare il 30° anniversario dalla firma del Trattato che l'ha resa celebre internazionalmente, Schengen ha preparato una serie di eventi che avrà il proprio culmine, ovviamente, nel weekend del 12-13-14 giugno 2015. Si inizia il 29 marzo 2015, con due escursioni guidate, alle 10 e alle 15, con partenza dal Museo Europeo, alla scoperta dello spirito europeo di Schengen, Schengen senza frontiere. Il 10 aprile 2015 sarà inaugurato il nuovo Punto di Informazioni Turistiche. Il 9 maggio 2015, in occasione della Giornata dell'Europa, si inaugurerà la Kochhouse, un centro-conferenze, che offrirà, oltre a una conferenza sullo spirito europeo, anche musica e concerti. Nel fine settimana del 12-14 giugno 2015, l'anniversario sarà celebrato con molta musica: il 12 ci sarà un concerto della Banda Militare del Lussemburgo, il 13 giugno ci sarà un evento alla presenza del Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker (a lungo Primo Ministro del Lussemburgo), del Presidente del Parlamento Europeo MartinSchultz e del Primo Ministro lussemburghese Xavier Bettel; alla loro presenza saranno inaugurate 11 nuove stelle di bronzo dei Paesi appartenenti all'area Schengen, nella Colonna delle Nazioni. Il 14 giugno ci sarà una cerimonia religiosa con la presenza di numerosi prelati della Grande Regione, l'area che circonda il Lussemburgo e che coinvolge le regioni francesi e tedesche confinanti con il Granducato. Dal 20 luglio al 31 agosto, infine, ci sarà una mostra, Saarland. A European History, che racconterà il Land tedesco e la sua vocazione europea.


L'anniversario è una bella occasione per scoprire quest'area dell'Europa, benestante e orgogliosa, con un'intensa storia di guerre e violenza, che ha lasciato il posto a una profonda vocazione europea. E' un'area di paesaggi affascinanti, la Mosella passa in un territorio di dolci colline, vigneti, cittadine fiabesche e castelli, con un'enogastronomia tutta da scoprire.

Per l'anniversario ci sono due offerte turistiche speciali, che si potranno prenotare per ancora poche settimane. La prima offre 2 notti in camera doppia all'Hotel des Vignes, con colazione a buffet, 4 pasti con prodotti locali e vari benefit, a partire da 207 euro a persona. La seconda propone una notte in camera doppia nell'Hotel Ristorante Ecluse a partire da 135 euro a persona, per scoprire la regione vinicola della Mosella. I prezzi degli alberghi lussemburghesi sono piuttosto alti, per gli standard dei turisti medi italiani (e anche i ristoranti hanno prezzi piuttosto cari, a Lussemburgo, il menù turistico costa intorno ai 30-35 euro, per dare un'idea).

Tutte le info su visitluxembourg.com, da cui sono tratte le foto